di Alfio Maria Fiamingo http://alfiofiamingo.blogspot.com
La foto sopra mostra una delle manifestazioni in Israele - a Tel Aviv - contro Olmert, nel maggio del 2007.
Quella in alto, sotto il titolo, e le altre in basso, raccontano delle manifestazioni celebrative in Israele in ricordo di Yitzhak Rabin, con le piazze gremite e i cartelli che chiedono "Pace ora"... e sono foto di inizio e metà novembre 2008, l'anno appena scorso, a solo un mese dal conflitto di questi giorni.
Lo stesso Olmert sostiene che solo rinunciando ai territori occupati e cedendo la parte est di Gerusalemme si può pensare alla pace. Quale il senso, allora, di questa offensiva post natalizia? Io continuo a credere che le prossime elezioni di inizio febbraio, con la necessità di compattare le parti politiche [Ehud Barak è del partito laburista; Olmert è del partito centrista Kadima, le cui primarie sono state vinte proprio da Tzipi Livni, attuale ministro degli esteri, che ha promesso ai delegati del suo partito dura fermezza in caso di vittoria elettorale e di una sua successione ad Olmert nella carica di Primo ministro], stiano avendo un peso fondamentale su tutta la linea dell'operazione "piombo fuso". Dopo aver preso il potere in seguito al coma occorso ad Ariel Sharon, Olmert è stato coinvolto in scandali per corruzione, anche questi da far dimenticare prima della tornata per il rinnovo della Knesset e del governo.
Cosa c'entra tutto questo con il sacrosanto diritto degli ebrei a vivere in pace? E' stucchevole che in parecchi si soffermino sugli aspetti superficiali di quanto sta accadendo, anche se molte delle considerazioni sono chiare nella loro evidenza. Hamas ha lanciato i razzi dopo che, nel pieno delle celebrazioni per l'anniversario della morte di Rabin, l'IDF aveva condotto un raid mirato per l'eliminazione di alcuni tra i capi di quella fazione terroristica... che ha risposto per quello che in realtà è, una fazione terroristica, lanciando i razzi Qassam, facendo tre morti in totale, creando allarme nella popolazione ebrea a sud di Gaza. Hamas trova la base dei suoi consensi, che non potrebbe assolutamente riuscire ad avere in altro modo, dalla spirale di lutti e odio che si innesca tutte le volte che avvengono operazioni distruttive come quella in corso. Seri commentatori, in questi giorni, e così pure le diplomazie, si preoccupano del fatto che Hetzbollah e Hamas possono essere intaccate sul piano militare, forse anche messe a tacere per un paio d'anni, ma il compattamento all'incontrario che nasce dall'odio le rafforza nelle adesioni e nel sostegno convinto che ricevono dalle popolazioni, a fronte di atteggiamenti ostili difficili da comprendere dal basso e sulla propria pelle; anche nel loro prevalere sui gruppi rivali, come lo scontro violento tra Hamas e Fatah ha mostrato accadere.
Ora che la campagna di terra va avanti e vengono attaccate anche strutture Onu, con le dure reazioni del suo Segretario generale Ban Ki-moon, la richiesta dell'immediato "cessate il fuoco" si stringe dagli Stati Uniti al Presidente francese a Mubarak e ai Paesi arabi moderati. Persino Obama ha rotto il suo silenzio e si definisce "seriamente preoccupato".
"Piombo fuso" riporta indietro negli anni.
Potrà essere, come è scontato, una vittoria militare.
Ma, comunque vada, racchiude, oggi, il dolore degli ebrei di domani, altre lacrime, altre tensioni. Porta lontano il popolo di Israele dalla pace che continua a desiderare e che, come i palestinesi, merita di avere.
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