domenica 4 gennaio 2009

Senza immagini



di Alfio Maria Fiamingo http://alfiofiamingo.blogspot.com

E' iniziato l'attacco da terra.
Il Segretario generale dell'Onu ha chiesto alla Livni e a Ehud Olmert di cessare immediatamente l'offensiva terrestre appena iniziata, esprimendo la sua delusione e il suo rammarico, oltre che le proprie preoccupazioni, per gli sviluppi presi da questa operazione, piombo fuso sulle intelligenze e sul buon senso - quest'ultima definizione non è di Ban Ki-moon, ma credo che la condivida.
La bionda signora Tzipi, ministro degli esteri di Israele, nei suoi abiti eleganti di sempre, gli aveva telefonato per precisare che gli obiettivi dell'azione del suo governo hanno scopi difensivi. Ma basta leggere e provare a capire, per sapere che Hamas non ha alcun interesse per la martoriata popolazione di Gaza e che, contrariamente agli obiettivi dichiarati, Barak e soci non stanno facendo altro in queste lunghissime ore che legittimarne la presenza e un ruolo che non meriterebbe di avere. Sparare i qassam senza colpo ferire è un tradire gli interessi dei palestinesi, è dare spazio ai falchi che si nascondono dietro la stella di Davide, mascherando interessi che nulla hanno a vedere con la serenità e il benessere degli ebrei. Yitzhak Rabin, sembra essere morto invano, nel misto di ferite ed esplosioni che tranciano le vite degli abitanti di questa piccola striscia di terreno e l'anima del popolo ebraico. Sembra di assistere a un surreale gioco delle parti. Dalla riunione di stanotte all'Onu si leva la richiesta del suo Segretario alle potenze internazionali e a quelle della regione, perché siano garantite le necessità più elementari della popolazione civile e perché si intervenga per porre fine a un inutile eccidio e alle assurde privazioni e sofferenze. Non sono soltanto le bombe e i colpi ad uccidere; a farlo, ormai, è la mancanza di medicine, di antibiotici, di posti letto, di lenzuola... la temperatura freddissima e il dover dormire con le finestre aperte o con i vetri rotti, la mancanza di rifornimenti: dagli oltre 600 camion autorizzati ad entrare a Gaza prima del conflitto si è passati ad appena 60. Dai blogger si apprende che è vero che gli israeliani telefonano agli ospedali, ai bar e ai cittadini per dir loro di evacuare dai luoghi in cui si trovano entro dieci minuti per l'incombente arrivo degli ordigni sulle loro teste e sulle loro vite, ma è qualcosa di disumano lo stesso: "scusi, vada via da un'altra parte senza indugio... stiamo per distruggere con una esplosione il luogo in cui adesso si trova"... Irreale. Pensare, soprattutto, al modo in cui ci viene riferito, asettico, privo di considerazioni, le più elementari, sul fatto che se accadesse dalle nostre parti riusciremmo, comunque a indignarcene... forse. Ricordo quel vescovo che ebbe - giustamente - a fare suo malgrado una sentita sferzata di parole, quella che chiameremmo una reprimenda, ai fedeli, in chiesa e pubblicamente, per quei bagnanti della sua diocesi che, la scorsa estate, hanno continuato a prendere tranquillamente il sole mentre portavano via, dalla stessa spiaggia nella quale si trovavano, due bambine appena annegate.
Ecco, le notizie sapete dove andarle a leggere.
Questo è un blog e non ha i mezzi per "coprire" questo tipo di notizie. Ma vorrei che fossimo liberi -nell'ascoltare e nel leggere - di pensare con la nostra testa e non, come nelle intenzioni di chi agisce senza criterio, e chiaramente contro i suoi stessi interessi - cioè Hamas e il governo israeliano, insieme terroristi nel senso più ampio che si possa intendere del termine - vorrebbe essere, nel considerarci un'unica opinione pubblica. L'opinione pubblica, ho scritto altre volte e non qui, si può indirizzare e orientare, le si può far credere qualcosa, spesso in un senso che è favorevole alle coscienze di chi consapevolmente agisce in errore. L'opinione personale, invece, critica delle fonti e della capacità propria di intelligere dalle fonti, può applicare a se stessa e al proprio pensiero le conclusioni che riesce a percepire come quelle che le appartengono.
Ehud Barak può anche dire che si vuole eliminare il pericolo per Israele, spazzando via "le infrastrutture del terrore di Hamas"; ma i fatti contano più delle parole e i qassam sono dei giocattoli, addirittura ci sono bambini, in quei luoghi in cui Dio continua a portare in braccio le persone, tanto sembra che li abbia abbandonati, che ci giocano raccogliendone i pezzi.
Ci sono edizioni on-line di importanti quotidiani che scrivono di 100 morti civili su 460 in totale e di 2.300 feriti; e poi, subito accanto, di 96 tra bambini e donne, uccisi dalle esplosioni: i conti non tornano... titoli come "Esercito mobilitato per fermare i razzi" si potevano scrivere sui giornali, quando non c'era la rete e le verifiche che la rete offre delle notizie... Io chiederei a quel redattore e a quell'importante e pagatissimo direttore: "Ma da quali razzi?"
Pensare che mentre scrivo un altro importantissimo quotidiano on-line non ha ancora corretto il titolo sulla gaffe del portavoce della nuova presidenza di turno della Comunità europea, il ceco Jiri Potuznik, a proposito di "azione difensiva" - con riferimento all'intervento dal terreno dell'esercito di Israele - lasciando in apertura sulla propria home-page "Presidenza ceca Ue approva, Francia condanna", ignorando la pronta rettifica di quel portavoce e modificando soltanto, per pudore, il titolo di prima che era addirittura "Ue approva", offre l'idea del modo in cui ci arrivano a casa le informazioni. Perché se i governi e i ministri di Francia, Inghilterra e Spagna e un po' di tutti gli altri esprimono solidarietà ad Abu Mazen e chiedono di smetterla, in buona sostanza e in modi più o meno espliciti e diretti, vorrà pur dire che l'Ue non approva.
L'informazione in rete non può darsi come se si stesse scrivendo su un giornale; quand'anche fosse stato vero che l'Ue avesse approvato un simile errore - anche dal punto di vista militare - un titolo sulla rete avrebbe dovuto accompagnare con un commento una dichiarazione così insensata. Che non c'è stata, né poteva esserci, come è nella realtà. Ma l'aver detto: "percepiamo l'azione di terra come non offensiva", rettificando subito dopo da parte di Potuznik, è diventato - su Repubblica.it - come titolo "Ue approva" e, poi, adesso, mentre scrivo sulla mia tastiera "Presidenza ceca Ue approva".
Preferisco un insieme infinito di opinioni personali, tante quanti sono gli esseri umani, piuttosto che la pubblica opinione.
Il mondo è cambiato. Adesso abbiamo le risorse per comprendere ciò che accade.
Proviamo a usarle.
Il ministro degli esteri della Repubblica ceca, come hanno riportato altri siti, tra i quali quello de Il Sole 24 Ore, ha infatti dichiarato stasera: "Il diritto inalienabile di uno Stato a difendersi non lo autorizza a compiere azioni che coinvolgono massicciamente i civili".
Mi sono ricordato di un mio compagno di classe al liceo, poi diventato un importante ingegnere elettronico, che scrisse una volta che il pensare di essere nel giusto non può indurre alla violenza, ma al contrario deve spingere a un consapevole gesto di pace che nasca dalle stesse proprie ragioni.



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