venerdì 24 aprile 2009

Considerazioni post terremoto... Due o tre cosette... Riflessioni di Orlando Sacchelli


di Orlando Sacchelli

pubblicato il 19 aprile su www.ideelibere.it

Passata l'emozione iniziale per il terremoto mi sembra opportuno fare alcune considerazioni a freddo. La prima scossa, quella che nella notte del 6 aprile ha fatto tremare la terra e crollare le case, era potente (5,8 gradi della scala Richter) ma non potentissima. Eppure moltissimi edifici sono venuti giù come castelli di sabbia. E' giusto che si indaghi a 360 gradi per accertare le responsabilità di chi ha costruito - e fatto costruire - senza tenere conto delle regole antisismiche. Perché a crollare non sono stati solo edifici vecchi di secoli, ma anche quelli nuovi. Il caso più clamoroso - e scandaloso - è l'ospedale dell'Aquila, terminato pochi anni fa. Che dire poi della prefettura, centro nevralgico in caso di emergenze. Crollato pure quello. Certo, l'edificio in questo caso era antico, come quasi tutte le prefetture d'Italia: ma vista la particolarità della sua funzione a maggior ragione doveva essere posto in sicurezza, "blindato" con il ferro e ogni possibile mezzo necessario a evitarne il crollo. E' possibile che in questo Paese si pianga e si corra ai ripari solo dopo che il latte è stato versato? Un'altra cosa trovo scandalosa: pare che il livello di sismicità dell'Aquila fosse passato da uno a due. Tradotto in parole povere i vincoli per i costruttori erano meno rigidi: si dovevano seguire le regole antisismiche ma in modo, per così dire, più blando. Eppure il piano nazionale - anche questo varato di recente - parlava di elevato rischio sismico per l'Abruzzo. E al di là degli studi scientifici è la storia a dimostrarlo, con tutti i terremoti che ci sono stati nel centro Italia. Quello della Marsica nel 1915 fece 30mila morti. Il padre di un mio amico è stato sindaco per oltre vent'anni in un paese della Basilicata. Era in carica anche negli anni a cavallo del 1980. Ha raccontato a suo figlio una verità sconvolgente: "I controlli non si fanno. Le regole antisismiche ci sono ma se uno non le rispetta e costruisce come gli pare, fregandosene delle leggi, nessuno interviene". Ecco, questa è l'Italia. E' il Paese dei furbi (o presunti tali), dove il rispetto delle regole è un optional. Le leggi ci sono ma ognuno stupidamente - per soldi ma non solo - fa come gli pare. Chi dovrebbe farle rispettare è impegnato in altre cose. Forse non ha i mezzi e la volontà. Forse è soltanto un inetto. Mi viene da pensare al lavoro di una Commissione parlamentare d'inchiesta che riscontrò alcune gravi irregolarità nell'ospedale dell'Aquila. Questo di recente, non cento anni fa. Eppure la procura del capoluogo abruzzese, a quanto pare, non ha mosso dito. Perché? Possibile che non conoscesse l'esito di quell'inchiesta parlamentare? Possibile che i documenti non le siano stati trasmessi o i giornali locali non ne abbiano parlato? E ora, dopo aver pianto quasi trecento morti, pensiamo - giustamente - alla ricostruzione e a ridare speranza agli sfollati. Ma ci rendiamo conto che, all'improvviso, potrebbe esserci un nuovo Abruzzo? Le case tenute in piedi con il Vinavil non venivano costruite solo all'Aquila. Questo è poco ma sicuro. Bisogna predisporre accertamenti e mettere in sicurezza gli edifici pericolosi, che immaginiamo siano tanti, troppi. Non possiamo, con stupido fatalismo, aspettare l'ennesima tragedia prima di aprire gli occhi.


Terremoto Abruzzo, l'Italia ferita


di Aurora Franceschelli

pubblicato il 7 aprile 2009 su www.ragionpolitica.it

Disperazione, paura, dolore, rabbia: questi i sentimenti che si sono scatenati assieme alle scosse di terremoto che hanno inghiottito, nella terra fredda e quasi «impazzita», l'Abruzzo, sbriciolando le sue case. I numeri, purtroppo, sono crudi: i dati che sino ad ora sono stati diffusi sono drammatici: più di 200 i morti, migliaia i feriti e numerosi dispersi, 70 mila gli sfollati.
Di fronte a questa immane tragedia l'Italia come Nazione, il Paese come un tutt'uno, ha preso il sopravvento sull'Italia dei Campanili, stringendosi, con spirito di solidarietà umana e nazionale, attorno ad una Regione devastata dal dolore. Di fronte al dramma di intere famiglie, di bambini, di anziani, di donne che hanno perso i loro figli e che porteranno questa ferita per sempre, l'Italia come Stato, come popolo, come volontariato ha reagito con tempestività, si è attivata con ogni mezzo, a mani nude, per scongiurare la perdita di altre vite umane sotto le macerie; si è adoperata e si sta adoperando per fornire aiuti concreti a quei concittadini che, senza un tetto sotto il quale dormire, magari con una famiglia dilaniata dalla tragedia della perdita di famigliari, non può e non deve sentirsi abbandonata. E allora conforta sentire che, accanto a vite stroncate, ci sono anche persone (per ora 150) che hanno scampato l'abbraccio mortale delle macerie, cittadini che, grazie all'aiuto messo in campo dalla protezione civile e dai pompieri, dopo il buio hanno rivisto la luce.
E la luce significa speranza. La speranza che, d'ora innanzi, nessuno sarà lasciato solo. Lo Stato, in tutte le sue declinazioni, ha mostrato di essere presente e vicino ai suoi cittadini colpiti. I soccorsi sono stati immediati, la protezione civile, sotto la guida di Bertolaso, ha dimostrato efficienza e tempestività. In poco tempo si sono organizzati posti letto per gli sfollati, rendendo disponibili stanze d'albergo e tendopoli; sono state inviate, da tutta Italia, squadre di vigili del fuoco, altre sono in viaggio per dare il cambio a coloro che hanno scavato sotto le macerie salvando già diverse vite umane. Non solo, passata la prima fase di soccorso, il Governo metterà a disposizione tutti i fondi necessari, compresi quelli europei previsti per le catastrofi naturali, per organizzare sia la fase di sistemazione temporanea degli sfollati, sia quella di ricostruzione. Una fase durante la quale il Governo intende non solo agire con celerità, ma anche evitare gli sprechi e le lentezze che si sono verificati in occasione di episodi simili in passato, dove è deprecabile che baraccopoli che dovevano servire ad arginare situazioni di emergenza per coloro che avevano bisogno sono invece diventate delle vere e proprie dimore per anni. Questo non può e non deve più accadere.
Ora lo Stato intende agire sulla base del principio di responsabilità nei confronti dei propri cittadini. La ricostruzione, come ha precisato il presidente del Consiglio Berlusconi, sarà «totale, veloce e completa» e verrà agganciata al piano casa che il Governo ha predisposto per il Paese. Il Piano in questione sarà riorganizzato in modo tale da essere immediatamente operativo nei luoghi colpiti dal terremoto in Abruzzo: l'obiettivo, come ha riferito il premier, è quello di costruire una new town accanto all'Aquila in tempi brevi (in 24-28 mesi), in modo tale da accogliere coloro che disgraziatamente hanno perso la casa.
Accanto alla solidarietà e all'interventismo dello Stato, in questo frangente, affiora un forte risveglio, da parte dei cittadini, di sentimenti quali la coscienza nazionale, lo spirito di solidarietà cristiana e la coesione sociale: tutti anelli, questi ultimi, di una catena che, per il nostro Paese, diventa sinonimo di forza; una catena fondamentale affinché, di fronte alle catastrofi naturali o a emergenze economico-sociali create dagli errori umani, il popolo ritrovi il coraggio e la volontà di risollevarsi.

Italiablog


Questo blog non è una testata giornalistica, poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto essere considerato un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001
Alcune delle immagini pubblicate sono tratte da internet e ritenute di dominio pubblico: nel caso il loro uso violasse diritti d’autore di chicchessia, l’autore del blog, a semplice richiesta, provvederà alla loro pronta rimozione.
Altre immagini sono, o potranno essere, di proprietà dell’autore o di persone che ne hanno autorizzato l’uso limitatamente alle pagine di questo blog e sono coperte da copyright.
La loro riproduzione può avvenire solo con l’espresso consenso dell’autore.


caselle di posta elettronica

Ricerca personalizzata