E' impressionante quello che accade nel resto del mondo a proposito della guerra nella striscia di Gaza, la cui superficie è paragonabile a una delle piccole provincie del nostro Paese. Le prese di posizione e i tentativi della diplomazia mondiale di condurre le trattative perché abbia fine l'incubo che è in corso, si scontrano con la realtà intrisa della miopia di chi governa in quei luoghi, incapace di immaginare il futuro di due popoli, quello palestinese e quello israeliano. Fa bene Papa Ratzinger ad auspicare con chiarezza che le prossime elezioni, che vedranno coinvolte entrambe le popolazioni, diano spazio a "dirigenti capaci di far avanzare con determinazione il processo di pace e di guidare i loro popoli verso la difficile ma indispensabile riconciliazione. Oltre agli sforzi rinnovati per la soluzione del conflitto israelo-palestinese occorre dare un sostegno convinto al dialogo tra Israele e la Siria e, per il Libano, appoggiare il consolidarsi in atto delle istituzioni, che sarà tanto più efficace quanto più si compirà in uno spirito di unità". Fa benissimo il Cardinale Raffaele Martino, presidente del dicastero pontificio "Giustizia e Pace", a paragonare Gaza ad un «grande campo di concentramento», ricevendosi le accuse del portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Igal Palmor, di usare termini propri della «propaganda di Hamas». Non importa. E' stucchevole il modo in cui Israele continua a portare avanti una politica senza prospettive per il suo stesso benessere, mascherandola dietro tutta una serie di argomenti che appartengono a un retaggio di quando l'informazione era disponibile soltanto da un senso all'altro e non - come è già adesso - anche in un senso di ritorno. Ne ho scritto nel post in cui provo a raccontare, a chi si trova a leggere questo blog, cosa sta cambiando e cosa è già cambiato nel modo di fare informazione attraverso la rete. E per quanto siano trascorse meno di due settimane dal numero zero, che è ancora questo che state leggendo, Italiablog sta provando a porsi in questo modo nuovo nell'osservare quel che accade.
Quali prospettive dal rafforzamento che viene ad Hamas da questa guerra... E cosa ha fatto Israele, quando ha lasciato che Hamas prendesse il posto di Fatah con le sue omissioni, con il suo credere che l'indebolimento dell'Associazione Nazionale Palestinese, guidata da Abu Mazen ora e da Arafat prima, avrebbe rappresentato un vantaggio per il desiderio degli ebrei di vivere in pace... Queste sono alcune delle domande che convivono nella mente, alle quali Israele non riesce a dare una risposta. La violenza di Hamas è la violenza di tutti i fondamentalismi, priva di un disegno, tesa a danneggiare il suo stesso popolo, ora che lo governa, colpo di stato o elezioni vinte che siano... Il valore che Hamas dà alla vita è nullo, la sua azione tende a dominare la società palestinese, costringendola a vivere nel terrore, come è dimostrato e come con un qualsiasi giro su internet ci è possibile verificare in concreto. L'esistenza del popolo palestinese è posta in subordine rispetto all'aumento del potere e del consenso all'interno della stessa società palestinese da parte dei suoi membri... Le democrazie occidentali, le stesse che hanno sconfitto i vari terrorismi con le leggi della democrazia, non sono riuscite, né stanno riuscendo in questi lunghi giorni d'inverno, a spiegare ad Israele che non è questa la via per la serenità del popolo ebreo, che i kamikaze e le bombe e gli attentati condotti con qualsiasi mezzo da coloro che ne vogliono l'annientamento [con il sostegno dell'Iran] non sono circoscrivibili con il successo scontato e certo di una guerra, come lo è questa... Che quand'anche - e non è tra i propositi di Olmert e ministri al seguito, per un residuo di realismo che non li ha abbandonati - riuscisse ad azzerare la struttura di Hamas, non potrebbe impedire che, da una furia soppressiva come quella di adesso, vengano fuori altre manifestazioni di odio e terrore da chi sta subendo questo inutile massacro, in un futuro più o meno prossimo. Questo è quello che molti non dicono. Anche a me fanno strazio i morti, comunque siano, perché siamo stati tutti bambini e quelli che hanno più a lungo vissuto lo hanno fatto portandosi dietro quello che Quasimodo avrebbe chiamato "il ricordo di un'infanzia errata, eredità di sogni a rovescio"... Ma proprio per la lacerazione che provocano, "angeli a pezzi" nelle parole di Vittorio, al quale è dato lo spazio maggiore tra i blogger di questi primi giorni di vita del nostro worldblog, meritano che si faccia qualcosa perché non resti davanti alle strade che si offrono al futuro dei sopravvissuti - non meno vittime che loro - l'opzione dell'odio che insegue altro odio, senza uscite verso la sola strada del dialogo e della convivenza. Benedetto XVI ha chiesto dall'inizio che fossero «rilanciati i negoziati di pace rinunciando all'odio, alle provocazioni e all'uso delle armi», ripetendo più volte che «l'opzione militare non è una soluzione e che la violenza, da qualunque parte essa provenga e qualsiasi forma assuma, va condannata fermamente». Un Papa "scomodo", come è giusto che sia, come anche Cristo ha mostrato, nei millenni, di saper essere, senza mai smettere di essere attuale - ed è una delle tante vittorie della legge dell'amore e della comprensione, anche per un laico che studia il pensiero e sa porsi in modo distaccato nella prospettiva indicata da quelle lontane parole.
Le notizie sono in giro, per la rete. Questo, ho già scritto, è soltanto un blog.
Ma i fatti, proprio per la libertà e la possibilità che abbiamo di documentarci senza dipendere - come accadeva fino al passato più recente - da televisione e giornali, parlano chiaramente: Netanyahu e il suo partito - il Likud - potevano vincere alle elezioni del 10 febbraio, ormai in arrivo; Kadima, il partito fondato da Sharon dopo che egli stesso aveva lasciato il Likud, rischiava di perderle: per gli errori della guerra in Libano nell'estate del 2006 e per gli scandali che hanno travolto Olmert, non ancora in salvo dalla galera per i casi di corruzione dei quali è stato protagonista; i laburisti non avevano chances, legati comunque alle sorti di Kadima. La guerra a Gaza non è nata dai razzi Qassam [lanciati in risposta al raid aereo del 4 novembre con il quale Olmert e soci hanno artatamente scelto di violare la tregua, per far sì che Hamas reagisse, in modo da giustificare l'inizio delle operazioni; né è mai stato tolto l'embargo a Gaza... ancora oggi, nostante la crisi umanitaria, le navi da guerra israeliane hanno minacciato di affondare una piccola nave dell'ISM - gli amici di Vittorio - carica di medicine e con a bordo personale medico, impedendole di arrivare a destinazione per portare una parte, la loro, degli aiuti necessari in un contesto del genere], è stata predisposta con larghissimo anticipo ed è esplosa subito a ridosso delle consultazioni elettorali; Tzipi Livni, candidata a succedere ad Olmert nella carica di primo ministro, ha vinto le primarie promettendo linea dura; ed è vincolata a quanto le ha già dato la vittoria in casa propria, quella del partito Kadima. Il modo in cui l'Onu e l'Occidente - e i Paesi arabi, nelle difficoltà che questi ultimi hanno di dover gestire gli umori delle masse islamiche - stanno affrontando questo massacro, pur nelle chiare prese di posizione contro la palese violazione della Convenzione di Ginevra e delle più elementari norme dei diritti dell'umanità da parte di Israele, mostra il lato debole di tutta la struttura delle democrazie, ancora una volta incapace di fronte alla realtà della violenza. Quando Giovanni Paolo II venne ad Agrigento, dopo gli attentati a Falcone e Borsellino, alzò il pugno nel profferire i suoi anatemi contro la mafia...
Le foto in basso - nonostante le chiare prese di posizione, che comunque rappresentano una nota positiva - riguardano gli incontri di ieri, 15 gennaio, tra i rappresentanti del governo israeliano e Ban Ki-moon [Segretario generale dell'Onu], il ministro degli Esteri tedesco e il capo della Croce Rossa Internazionale: tutte persone che si sono dette "indignate", "scioccate" e quant'altro in linea con questi termini di disapprovazione, per il comportamento complessivo di Israele. [Lo stesso giorno di ieri, 15 gennaio 2009, il Governo israeliano ha bombardato per sbaglio la sede Onu a Gaza e il palazzo della stampa... ovviamente si è prontamente scusato con i suoi sorridenti ospiti, e con il mondo intero...]
Bene ha fatto, proprio nelle scorse ore, l'Arcivescovo Celestino Migliore a dichiarare - in sede di Consiglio di sicurezza dell'Onu - che "negando l'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza viene meno il basilare rispetto dei diritti e della dignità delle persone e delle comunità".
Quella delle persone come scudi umani è una fiaba che non si può raccontare, ora che papà Natale e la Befana sono tornati nei loro uffici. Abbiamo biasimato Putin per lo scriteriato attacco al cinema nel quale dei fanatici terroristi si erano asserragliati prendendo in ostaggio gli spettatori; non abbiamo mai bombardato le nostre città in cui si nascondevano i terroristi, in Spagna come in Irlanda; né il palazzo in cui le Br detenevano il generale Dozier; né l'Achille Lauro. C'è anche in giro un video in cui un terrorista di Hamas prende in ostaggio dei bambini per farsi scudo... e c'è anche qualcuno che obietta che non sia vero. E' vero. Come è vero che i bambini palestinesi sono obbligati da Hamas a crescere nell'odio, ad indossare le divise verdi e la bandana e i passamontagna e ad imbracciare veri o finti mitra, nelle palestre, per "allenarsi" alla guerra. Sono i bambini più vittime. Ma questo non autorizza a bombardare. Se il mio bambino fosse ostaggio di qualcuno, le nostre forze militari o di polizia non scaricherebbero un arsenale al fosforo bianco nell'edificio in cui dovessero trovarsi, lui e i suoi terroristi rapitori. Qualsiasi esercito, a martellare dall'aria, dal mare e da terra una superficie di 140.000 kmq abitata da un milione e mezzo di persone farebbe tutte queste vittime civili. Personalmente, ed è una voluta provocazione per le intelligenze di chi legge, credo pure che Barak stia provando a risparmiare i civili, perché, fosse stato il contrario, dato il rapporto di densità popolazione/territorio, sarebbero stati molti di più. Dove tradisce le sue menzogne, allora... Nel non dirlo, perché non è vero fino in fondo, perciò nemmeno lui e i suoi soci lo sanno. E neanche i media occidentali lo hanno rilevato. E nello sparare ai medici, che siano della croce rossa o della mezzaluna rossa [a proposito del detto "Non sparate sulla croce rossa..."]. Un'altra favola: mica è colpa di Olmert, della Livni e di Barak se Hamas nasconde i suoi missili e i suoi ordigni tra le case dei civili. Questo è un blog di blogger. Ciascuno scrive la sua. Io sono di destra. Emma, Vittorio e Davide di sinistra. Roberto è di destra e così sono gli altri, di diversi orientamenti, ciascuno secondo le proprie idee. Io qui scrivo soltanto il mio pensiero, non quello degli altri. Italiablog è un luogo di incontro e di dialogo, non c'è una direzione, c'è un confronto tra menti aperte e libere.
Io credo che sia semplicemente demenziale bombardare una moschea, una scuola, un edificio nel quale si trova un ospedale o la sede degli organi di stampa, un ambulanza, soltanto perché - lì in mezzo - ci sono terroristi o armi dei terroristi. E che sia ancora più demenziale provarsi a giustificare una cosa del genere. La realtà è che Olmert e soci rappresentano il governo di Israele, non gli ebrei. Essere contrari al loro agire non significa avercela con il popolo ebraico. Come non significa essere contro gli italiani, se si è contro Prodi o Berlusconi o Veltroni. Significa - semplicemente e razionalmente - provare a stare dalla parte del buon senso e delle azioni - altre - che possono condurre a una pace solida, libera dalle omissioni e dalle menzogne che stanno accompagnando le morti e certe false pietà di questi giorni.
Alfio Maria Fiamingo http://alfiofiamingo.blogspot.com
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